UN'AVVENTURA IN MARE A LIETO FINE
10-08-2022 06:00 - News Generiche
Al tramonto, quando il mare lo permetteva, il proprietario del bagno Riviera di Fiumetto, prendeva l'imbarcazione di babbo e zio e andava a largo a buttare le reti.
Patrizia Bianconi
La mattina poco dopo l'alba, ripartiva per andare a prenderle. Di solito era una pesca abbondante: cicale, sogliole, pesce azzurro, cozze e piccoli polpi.
Noi aspettavamo a riva impazienti e pronti a liberare i pesci che, impigliati nella rete, venivano tolti e buttati in ampi secchi.
Ci accostavamo, infatti, alle reti, stese a due pali e con l'aiuto di altri bagnanti cominciavano il lavoro.
Un vocìo allegro e festoso si mescolava al lento sciacquio delle onde, nell'aria che, già di prima mattina sapeva di salsedine.
Un pesce dietro l'altro, bottino gustoso, che attirava l'attenzione dei passanti, pronti a fermarsi e a commentare.
Nei nostri secchielli finivano qualche conchiglia più grande da conservare come ricordo e granchi, che poi liberavamo.
Ma una volta non fu così. Accadde, infatti, che buttate le reti, durante la notte il mare, inaspettatamente si mosse.
E, intorno alle 6 del mattino ricevemmo una telefonata. Il proprietario del bagno, molto preoccupato per le reti, invitò lo zio a recuperarle.
Furono attimi di ansia, mischiata a terrore: il mare, ormai era agitato ed uscire sarebbe stato pericoloso.
Ma, per non perderle, occorreva andare. In fretta e, con una certa difficoltà, il proprietario del bagno e zio, si allontanarono dalla riva.
Erano quasi riusciti a prendere le reti, quando un'onda particolarmente alta, rovesciò l'imbarcazione.
Per fortuna nessuno dei due vi rimase impigliato e, spingendo, riuscirono a portare l'imbarcazione nella giusta posizione.
Tremanti dal freddo e dalla paura, trovarono riparo in ampi asciugami. Tutti tirammo un respiro di sollievo, mentre l'alba prendeva il posto al buio. Le reti, danneggiate in alcuni punti, vennero riparate ed il motoscafo restò fermo sulla battigia.
Di pescare di nuovo, ne avremmo parlato l'anno successivo e, nei giorni a venire, ci saremmo accontentati del pesce della pescheria.
Patrizia Bianconi
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