22 Settembre 2024
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QUEL “SAPORE DI MARE” DI JERRY CALA'

25-08-2024 07:25 - News Generiche
Lo confesso. Quando l'altra sera sono salito sul palco per tagliare la torta dei 95 anni della Capannina, mi sono emozionato. Perché quel palco fa tremare le gambe anche agli artisti più affermati.
Se pensi a chi si è esibito lì, corri il rischio di bloccarti. Bruno Quirinetta presentato da Corrado, Sugar Ray Robinson, Charles Trenet, la grande Edith Piaf, Domenico Modugno, Armando Trovajoli.
Sotto la mia guida l'ospitalità si è estesa a Ray Charles, Grace Jones, al Bagaglino, a Gigi Proietti, Roberto Benigni, Anna Oxa, Kid Creole and the Coconuts, Gloria Gaynor, Augusto Martelli, Patty Pravo, Peppino Di Capri, Beppe Grillo, Enrico Montesano, Ornella Vanoni, Gino Paoli, Franco Califano, Giorgia, Fedez, Boy George oltre a tutte le madrine alle quali ho dedicato la precedente puntata.
Sicuramente altrettanti meriterebbero una citazione. Eppure ogni volta è diverso. Perché quando vieni invitato sul palco, sotto i riflettori dello spettacolo, avverti la responsabilità del tuo lavoro, fatto di tanti momenti dietro le quinte quando assumi le decisioni che segneranno una stagione. Cercando di sbagliare meno possibile, come diceva mio babbo, perché nella vita vince chi sbaglia meno non chi non sbaglia mai.
E io, modestamente, ho cercato di rispettare questo comandamento. Poteva andare meglio, ma forse poteva andare anche peggio.
E allora brindo all'estate ripensando a una notte destinata a rimanere negli annali. Vedete, non finisco mai di stupirmi quando vedo il pubblico che chiede i bis, che non vuol far scendere dal palco Jerry Calà.
Dico, sono più di venticinque anni che mandiamo in scena la serata “Sapore di mare”, e tutte le volte quel grande professionista che è Jerry riesce a far colpo.
Se il paragone non appare irrispettoso, ha avuto lui più successo di qualsiasi artista nella storia della Versilia. Con le sue battute, la colonna sonora di grandi successi, la capacità di dominare il palcoscenico. Ha segnato un'epoca che non tramonta, reinterpretando i successi dagli anni 60, facendo riscoprire ai giovani le melodie e il piacere dei lenti, scatenando i giovani di ieri in frenesie notturne che esprimono la gioia dei corpi liberati dalla formalità.
Quest'anno ho deciso di affiancarlo con due belle donne. La madrina Manuela Arcuri che ha raccontato al pubblico il suo prossimo film con Giancarlo Giannini e ha intonato il più tradizionale “Tanti auguri Capannina” e la splendida Emanuela Folliero con il suo fascino e la sua eleganza.
Prima ho voltuo “The great show” per dare un tocco a metà tra Moulin Rouge e New York New York di Liza Minelli, apprezzatissimi. Il tenore Emanuele Servidio. E tutti i palloncini al soffitto per rendere omaggio a questa grande signora del mare.
Il ringraziamento va a mia moglie Carla, al mio tandem d'attacco Fabio e Simone, al maestro Stefano Busà, a Riccardo che ho voluto con me sul palco e a uno staff che a citarli tutti non basta una pagina.
Così quando Frank Ribery è venuto a salutarmi, rinnovando una tradizione col mondo del pallone che ha visto sempre in sala i campioni del mondo e della Champions, ho sentito le note di Edoardo De Crescenzo, quell'”Ancora” che Jerry intonava dal palco mentre il pubblico faceva il coro.
Ho guardato la Capannina in tutto il suo splendore e le ho mandato un bacio, come faccio da quando ho iniziato questa lunga storia d'amore.


Fonte: Gherardo Guidi, Storico patron della Capannina per La Nazione.

Nella foto: il brindisi per i 95 anni della Capannina con Gherardo Guidi, Jerry Cala' e Manuela Arcuri.


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