21 Settembre 2024
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SANTA CROCE "CALAMITA" INDUSTRIALE (di Fabrizio Calistri)

18-08-2024 07:00 - News Generiche
L'avvento sul nostro territorio di iniziative conciarie da parte di industriali arzignanesi, napoletani e Spagnoli, sommato al recente shopping che hanno fatto le prime firme del lusso mondiale, dimostra che c'è un habitat molto favorevole (Consorzio recupero cromo e Acquarno, chimici di livello mondiale, laboratori di analisi attrezzatissimi, vicinanza a Scandicci, capitale mondiale della pelletteria) senza uguali.
Può darsi che con il passare del tempo l'osmosi delle rispettive mentalità, lavorando fianco a fianco, contribuisca a rafforzare il “Dna imprenditoriale", un po' come quando si mescolano le razze.
Il vento nuovo del nord-est sveglia lo spirito competitivo di zona sferza gli "animal spirits " (John Maynard Keynes) che è nei geni di ogni capitano d'industria.
Il processo di innovazione come una “distruzione creatrice”, in cui le innovazioni sostituiscono le vecchie tecnologie e le vecchie forme di organizzazione aziendale. La distruzione creatrice è intesa come una forza positiva che stimola il progresso tecnologico e l'efficienza economica, anche se può causare instabilità economica a breve termine.
Il tutto è positivo perché, quando gli operatori atterrano nel Comprensorio, apportano vitalità e ricadute importanti su tutto il distretto.
A conferma di ciò le operazioni industriali di Chanel: con la conceria Samanta spa e conceria Volfoni spa di Ponte a Egola.
Louis Vuitton: conceria Masoni spa ed Ivo Nuti spa.
Dior invece ha puntato su Art lab srl.
Il gruppo Prada ha acquistato il 45% della conceria Superior spa, suo storico fornitore.
Hermes è entrato in maggioranza nel calzaturificio Freeland srl.
Henan Prosper & Colomer ltd. (Cina) si è presa la conceria Ausonia spa.
Da segnalare operazioni finanziarie con l'ingresso Xenon Private Equity in Zuma pelli pregiate e Centrorettili.
Bravo Capital in maggioranza su Vesta Corporation spa.
21 Investimenti su La Palagina a Fucecchio e White Bridge Investment su Modulgraf srl a Castelfranco.
Tutte queste aggregazioni sono ben viste dal governo e dalla Banca d'Italia perché così si combatte il “nanismo” dell'economia italiana. Vale a dire tante aziende ma piccole rispetto agli altri paesi.
In particolare, le imprese con più di 250 addetti – che in media dispongono di migliori risorse manageriali e di una maggiore capacità di sostenere i costi dell'innovazione e di adattarsi alla transizione verde – rappresentano meno di un quarto degli occupati, circa la metà del dato di Francia e Germania.
Le imprese di servizi non finanziari con meno di 10 dipendenti rappresentano oltre il 40 per cento di tutti i lavoratori, il doppio di Francia e Germania.

Fabrizio Calistri

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