QUELLA STRADA DI CAMPAGNA
29-07-2024 06:10 - News Generiche
Costeggiata a tratti da una fitta vegetazione, un pezzo di strada di terra polverosa (foto) corre per alcuni chilometri, l'erba quieta la delimita accarezzandola.
Muta è l'aria, solo il frenetico canto delle cicale e qualche battito d'ali leggero fra le fronde a cercar rifugio, tutto respira nel silenzio assonnato. Sbucano dai ciuffi d'erba, libere e intraprendenti lucertole in cerca di cibo e nel movimento svelto a catturare la preda, sollevano piccolissime nuvole di polvere. Poi tutto tace di nuovo.
Dietro a questa natura spontanea, vi è nascosta una casa colonica, abitata fino a pochi anni fa, ora abbandonata.
Vicini alla casa ci sono i resti di una tabaccaia, tracce di un'epoca quasi completamente dimenticata.
Nella zona molte erano le tabaccaie, edifici definiti “sacri” sia per la loro forma architettonica, sia per il fuoco che all'interno si accendeva.
Dentro, infatti, si cuocevano senza bruciarle le foglie di tabacco per la produzione di sigari.
Nel cielo dell'estate il sole incanta l'aria e la fa brillare, alzando gli occhi fermo lo sguardo tra le piante di vite che in stretti filari si addossano l'una accanto all'altra, con i pampini grandi e i grappoli pieni di acini.Con la fronte imperlata di sudore cerco anch'io riparo all'ombra e, se non fosse per i rumori delle macchine e dei motori, che dalla strada provinciale inesorabili arrivano, nonostante il caldo, sembrerebbe di essere altrove.
"Per una di queste stradicciole, tornava bel bello dalla passeggiata verso casa…Don Abbondio, curato d'una delle terre accennate di sopra: il nome di questa, né il casato del personaggio, non si trovano nel manoscritto, né a questo luogo, né altrove".
Patrizia Bianconi
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