QUEL CAVALLINO DAL BARBIERE, ORA C'E' LA MACCHINA
17-12-2024 10:00 - News Generiche
Negli anni Sessanta, in due barberie di corso Mazzini (Giacomelli e Edo Billeri), c'era, per il taglio dei capelli dei bambini, un seggiolone con una testa di cavallo fusa in alluminio.
Ci accomodavamo con i piedi ciondoloni nel vuoto di fronte allo specchio con un'ampia mantella a coprire buona parte del corpo.
P.B.
Ci accomodavamo con i piedi ciondoloni nel vuoto di fronte allo specchio con un'ampia mantella a coprire buona parte del corpo.
Si stava seduti fermi tutto il tempo a farsi sforbiciare, immaginando chissà quali corse stretti a quella testa fredda e liscia.
Si guardava affascinati il barbiere dei grandi, mentre inzuppava il pennello da barba nella ciotola, insaponava, radeva e puliva la lama del rasoio su una schedina del Totocalcio che allora si chiamava Sisal, avanzo cortese della vicina tabaccheria.
Intorno l'aria era sempre calda e umida, gli specchi e la vetrina, specialmente d'inverno appannati, quasi un'ovatta, e il profumo di borotalco e brillantina inondava la bottega, una lunga scia che ci portavamo dietro per un bel po'.
Lo sguardo attento di mamma controllava il lavoro e mi aiutava a scendere, liberando la maglia di qualche capello dispettoso rimasto appiccicato.
Oggi, sbirciando in un negozio di parrucchiera, ho visto una simpatica auto sportiva (foto Lemar), sostitutiva del cavallino, da tempo andato in pensione.
Chissà se davvero qualche bambino ci salirà per il taglio, testa bassa, magari “spippolando” applicazioni a più non posso, lui che non ha mai conosciuto un mondo senza smartphone e tecnologie Internet, oppure è soltanto, per il negozio, un modo per fare pubblicità, da utilizzare su richiesta.
L'attesa e, forse, ila relativo annoiarsi, non esistono più.P.B.
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