"QUANDO FIRMO' IL QUADRO DI UNA DONNA IN CARROZZINA"
25-04-2025 06:07 - News Generiche
La notizia della morte di Papa Francesco ha raggiunto Don Donato Agostinelli (foto), proposto di Santa Croce, mentre era in ritiro con cento volontari del Gruppo Shalom, all’Eremo di Calomini. Sgomento e tristezza hanno colto i partecipanti che, fin da subito, si sono raccolti in preghiera, partecipando alla Santa Messa, in suffragio del Santo Padre.
Chiediamo a Don Agostinelli che cosa ha provato alla notizia della morte del Papa?
“Ha portato a termine il suo mandato dopo aver fatto in tempo a celebrare la Pasqua di Resurrezione – ha detto - e, come disse San Paolo, ha sciolto le vele. E’ stato un Papa evangelico e numerose sono le testimonianze.
- Quando l’ha incontrato cosa l’ha colpita di più?
“La grande umanità, la semplicità e la determinazione a non dimenticare nessuno. Una volta, in occasione di un pellegrinaggio a San Pietro, accadde un episodio che mi colpì molto: Paola Bani, una signora in carrozzina, chiamò Papa Francesco chiedendo che le fosse firmato il quadro che aveva con sé e, mentre la sicurezza cercava di impedirlo, il Papa non esitò a farlo, dimostrando la sua profonda sensibilità e la sua infinita attenzione”.
- Quando è stato l’ultimo incontro?
“Circa due anni fa. Per l’occasione parlammo anche del movimento Shalom, che conosceva bene ed apprezzava molto; in esso vedeva un messaggio forte della chiesa in uscita. Gli parlai della mia missione in Iraq e dell’aiuto prestato ai cristiani oppressi. Il suo pensiero andò oltre e ci invitò a ricordarci del popolo degli Yazidi”.
- Cosa resterà del Papa?
“L’uomo evangelico e chiunque verrà non potrà far altro che inserirsi nel solco che ha tracciato. Un percorso di assoluta umanità, dove non ci sia posto per l’egoismo. Il segno che lascia è la difesa dei miseri, dei deboli, degli esclusi, un segno che impone per tutti noi una profonda e sincera riflessione”.
A conclusione della nostra intervista chiediamo a Don Donato chi voterebbe se potesse farlo. Ci risponde che la sua preferenza andrebbe a Monsignor Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna.
Marco Lepri - La Nazione
Chiediamo a Don Agostinelli che cosa ha provato alla notizia della morte del Papa?
“Ha portato a termine il suo mandato dopo aver fatto in tempo a celebrare la Pasqua di Resurrezione – ha detto - e, come disse San Paolo, ha sciolto le vele. E’ stato un Papa evangelico e numerose sono le testimonianze.
- Quando l’ha incontrato cosa l’ha colpita di più?
“La grande umanità, la semplicità e la determinazione a non dimenticare nessuno. Una volta, in occasione di un pellegrinaggio a San Pietro, accadde un episodio che mi colpì molto: Paola Bani, una signora in carrozzina, chiamò Papa Francesco chiedendo che le fosse firmato il quadro che aveva con sé e, mentre la sicurezza cercava di impedirlo, il Papa non esitò a farlo, dimostrando la sua profonda sensibilità e la sua infinita attenzione”.
- Quando è stato l’ultimo incontro?
“Circa due anni fa. Per l’occasione parlammo anche del movimento Shalom, che conosceva bene ed apprezzava molto; in esso vedeva un messaggio forte della chiesa in uscita. Gli parlai della mia missione in Iraq e dell’aiuto prestato ai cristiani oppressi. Il suo pensiero andò oltre e ci invitò a ricordarci del popolo degli Yazidi”.
- Cosa resterà del Papa?
“L’uomo evangelico e chiunque verrà non potrà far altro che inserirsi nel solco che ha tracciato. Un percorso di assoluta umanità, dove non ci sia posto per l’egoismo. Il segno che lascia è la difesa dei miseri, dei deboli, degli esclusi, un segno che impone per tutti noi una profonda e sincera riflessione”.
A conclusione della nostra intervista chiediamo a Don Donato chi voterebbe se potesse farlo. Ci risponde che la sua preferenza andrebbe a Monsignor Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna.
Marco Lepri - La Nazione
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