PEDALANDO ALL'IMBRUNIRE
26-07-2023 06:40 - News Generiche
Stasera un impegno familiare mi porta in una traversa della provinciale, verso Castelfranco.
Prendo la bici, è molto caldo, chissà se fra una pedalata e l'altra troverò un pò di fresco.
C'è ancora la luce, chiara e infuocata, senza nubi, solo una brezza calda smuove appena l'aria.
Le ruote della bicicletta sembrano scivolare sull'asfalto ancora rovente, la strada che percorro è quasi parallela a quella di una volta.
Al posto dei campi case, palazzi, strade e poca gente in giro. Quanto tempo è passato da allora!
Si, perché un tempo, era questa la girata in bicicletta, che concludeva le nostre giornate di vacanze spensierate.
Niente è più come allora, solo i ricordi, che stasera mi tengono compagnia.
Rallento la pedalata e quasi mi soffermo. Rivedo il viottolo Della Bianca, il tabernacolo con la Madonna contornato di rose, e, poi, ancora viottoli polverosi e pieni di sassi da scansare.
Case con l'aia, alberi dalle chiome folte e campi di grano, mietuto da poco. Odore di fieno, d'erba, di terra, di fiori e di menta. Suoni, rumori e speranze che non ci sono più.
Manca poco, il cielo si è fatto più scuro. L'imbrunire ci prepara a un'altra notte calda e afosa.
Si accendono i lampioni che prima non c'erano e con le luci delle case illuminano ovunque. Sono arrivata.
Alzo gli occhi. Cominciano a spuntare le stelle. Le aspettavamo le stelle, che con la luna rischiaravano la strada, mentre noi lasciavamo alla rinfusa le biciclette sul ciglio e correvamo nei campi a prendere le lucciole.Sulla via del ritorno il frinire delle cicale è ancora forte e incessante.
Sorrido, mi sembra di vederle lassù, stravolte fra le foglie, roche e distrutte da tanto frinire. E penso, almeno loro sono rimaste.
Patrizia Bianconi
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