LA DRAGA E LA PISTA DI MOTOCROSS
16-12-2022 07:25 - News Generiche
La draga, in prossimità della fatttoria dei Rosselli, a Santa Croce, sembrava uno scatolone di ferro, posizionata in prossimità della riva del fiume ne dominava maestosa il letto, controllandone il lento scorrere.
Patrizia Bianconi
Nella foto: Renzo Masoni impegnato nel percorso.
Camion rumorosi si alternavano per portar via la rena che dal fondo veniva tirata su con un'escavatrice che affondava e riemergeva, come un'enorme bocca che soffiava spruzzi d'acqua e detriti, mescolati a rena.
Lenti scivolavano e cadevano giù, entravano nell'imbuto e poi direttamente sul camion, per essere trasportati ai cementifici di zona.
Passavamo ore e ore seduti per terra attratti da quel via vai di uomini che coordinavano i lavori e guidavano i mezzi di trasporto.
Agli inizi degli anni Settanta, la draga smise di funzionare, rimase la spiaggia lunga e vuota, solo per noi e i nostri motori.
E i pomeriggi, specialmente quelli primaverili e di inizio estate, furono unici e irripetibili. Sulle strade sterrate percorse dai camion cominciammo i primi giri, nuvole di polvere gialla, scosse dalla brezza si staccavano dalle ruote e ci imbiancavano scarpe e pantaloni.
Era un percorso fatto di buche e di dossi, di salite e di discese, noi li saltavamo, e se avessimo sbagliato, saremmo finiti anche in Arno.
L'acqua era abbastanza pulita, in alcuni punti c'erano i pesci, il paesaggio di sorprendente bellezza.
L'aria sapeva di miscela bruciata, di erba e di polvere, ma aveva anche il sapore della libertà, di piccole follie in sella con i capelli e i giubbotti al vento. Gareggiavamo, anche, con altri ragazzi che venivano da fuori paese, un confronto di puro divertimento su quegli stretti percorsi, di motori festanti a pochi passi dal fiume. E, fra l'azzurro del cielo e il verde degli alberi, agili corpi di una gioventù che stava esplodendo.
Patrizia Bianconi
Nella foto: Renzo Masoni impegnato nel percorso.
[
]
[
]

