30 Aprile 2025
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LA DRAGA E LA PISTA DI MOTOCROSS

16-12-2022 07:25 - News Generiche
La draga, in prossimità della fatttoria dei Rosselli, a Santa Croce, sembrava uno scatolone di ferro, posizionata in prossimità della riva del fiume ne dominava maestosa il letto, controllandone il lento scorrere.
Camion rumorosi si alternavano per portar via la rena che dal fondo veniva tirata su con un'escavatrice che affondava e riemergeva, come un'enorme bocca che soffiava spruzzi d'acqua e detriti, mescolati a rena.
Lenti scivolavano e cadevano giù, entravano nell'imbuto e poi direttamente sul camion, per essere trasportati ai cementifici di zona.
Passavamo ore e ore seduti per terra attratti da quel via vai di uomini che coordinavano i lavori e guidavano i mezzi di trasporto.
Agli inizi degli anni Settanta, la draga smise di funzionare, rimase la spiaggia lunga e vuota, solo per noi e i nostri motori.
E i pomeriggi, specialmente quelli primaverili e di inizio estate, furono unici e irripetibili. Sulle strade sterrate percorse dai camion cominciammo i primi giri, nuvole di polvere gialla, scosse dalla brezza si staccavano dalle ruote e ci imbiancavano scarpe e pantaloni.
Era un percorso fatto di buche e di dossi, di salite e di discese, noi li saltavamo, e se avessimo sbagliato, saremmo finiti anche in Arno.
L'acqua era abbastanza pulita, in alcuni punti c'erano i pesci, il paesaggio di sorprendente bellezza.
L'aria sapeva di miscela bruciata, di erba e di polvere, ma aveva anche il sapore della libertà, di piccole follie in sella con i capelli e i giubbotti al vento. Gareggiavamo, anche, con altri ragazzi che venivano da fuori paese, un confronto di puro divertimento su quegli stretti percorsi, di motori festanti a pochi passi dal fiume. E, fra l'azzurro del cielo e il verde degli alberi, agili corpi di una gioventù che stava esplodendo.

Patrizia Bianconi

Nella foto: Renzo Masoni impegnato nel percorso.

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