ASSOLTI I TRE "BLU BROTHERS" SCESI IN CAMPO NEL MATCH TRA CUNEO E CITTA´ DI CASTELLO
21-04-2016 20:36 - News Generiche
I fatti imputati, ritenuti dal tribunale di Mondovì non più punibili “per particolare tenuità”, risalgono al 27 aprile 2014: i “Brothers” commentano, felici, la decisione su Facebook.
Tre assoluzioni, in quanto il “reato non risulta punibile per particolare tenuità del fatto”: si è concluso così al tribunale di Mondovì il lungo procedimento penale che fino a ieri (20 aprile) ha coinvolto Carmelo Noto (nella foto) e altri due rappresentanti della celebre tifoseria del volley cuneese, i Blu Brtohers.
I fatti, imputati ai tre “brothers”, ben noti, risalivano al match fra Cuneo e Città di Castello del 27 aprile 2014: nell´occasione Noto e gli altri due compagni di tifoseria erano entrati in campo per protesta, stringendo le mani ai giocatori presenti, un gesto forte e significativo, giudicato però da qualcuno “troppo estremo”.
A commento della decisione giudiziaria, proprio nella giornata di ieri è apparso il seguente comunicato (ampiamente sottoscritto dai sostenitori della tifoseria) sulla seguitissima pagina face book di “Blu Brothers”:
“Siamo scesi in campo quando le nostre urla e le nostre proteste non bastavano più. Siamo scesi in campo per urlare all´Italia intera che amiamo lo Sport. Siamo scesi in campo per urlare tutto l´amore che una Città e un territorio hanno sempre dimostrato per il volley.
Siamo scesi in campo mettendoci la faccia, pagando tutte le spese processuali senza chiedere aiuto a nessuno se non ai “tifosi”. Siamo scesi in campo con una carta d´identità e tre cuori, che ne rappresentavano mille altri. Siamo scesi in campo senza violenza, convinti che la forza delle idee sia la “Forza” che smuove le coscienze.
Hanno capito il nostro gesto tutti i presenti al Palazzetto, e chi quelle sedie ha frequentato. Hanno capito il nostro gesto molte persone che nei giorni successivi ci hanno spronato, incoraggiato e dimostrato la loro solidarietà. Ha capito il nostro gesto l´allora Presidente Lannutti.
Hanno capito e sostenuto il nostro gesto tantissime tifoserie avversarie, a cui va il nostro grazie.
Non hanno capito il nostro gesto, qualche giornalista che non perde occasione di denigrare (ma ormai siano “cuneoti” e abbiamo preso le misure). Non ha capito il nostro gesto qualche dirigente, non presente quel giorno, che sulla nostra pelle voleva far carriera e qualche ex giocatore “triste che non vinto mai”. Non ha capito il nostro gesto chi solitamente è abituato a pesare le persone solo se si ha un tornaconto personale.
A chi ha capito e a chi non capirà mai, perché è inutile spiegarglielo, dedichiamo la gioia per una sentenza che ci vedi liberi e fieri di aver difeso una passione.
Blu Brothers since 1989, inutilespiegarlo
“Siamo molto felici che la Giustizia sia arrivata a considerare il nostro gesto non sanzionabile – ha aggiunto ancora Carmelo Noto - : siamo entrati in campo durante il timeout tecnico e quindi non abbiamo interrotto il gioco (come testimonia il referto arbitrale analizzato nel corso del procedimento penale), la nostra protesta è stata sì appassionata, ma anche pacifica.
L´unica cosa che ci dispiace, è che per portare avanti la questione per circa 2 anni sono stati usati soldi pubblici che, senza dubbio, sarebbero potuti servire per altro.”
Fonte: Simone Giraudi
P.S. La Fossa dei Lupi esprime tutta la propria soddisfazione per la felice conclusione della vicenda, salutando caldamente l´amico Carmelo e tutii i Blu Brothers, coi quali abbiamo l´onore di essere gemellati dal lontano 2005.
Tre assoluzioni, in quanto il “reato non risulta punibile per particolare tenuità del fatto”: si è concluso così al tribunale di Mondovì il lungo procedimento penale che fino a ieri (20 aprile) ha coinvolto Carmelo Noto (nella foto) e altri due rappresentanti della celebre tifoseria del volley cuneese, i Blu Brtohers.
I fatti, imputati ai tre “brothers”, ben noti, risalivano al match fra Cuneo e Città di Castello del 27 aprile 2014: nell´occasione Noto e gli altri due compagni di tifoseria erano entrati in campo per protesta, stringendo le mani ai giocatori presenti, un gesto forte e significativo, giudicato però da qualcuno “troppo estremo”.
A commento della decisione giudiziaria, proprio nella giornata di ieri è apparso il seguente comunicato (ampiamente sottoscritto dai sostenitori della tifoseria) sulla seguitissima pagina face book di “Blu Brothers”:
“Siamo scesi in campo quando le nostre urla e le nostre proteste non bastavano più. Siamo scesi in campo per urlare all´Italia intera che amiamo lo Sport. Siamo scesi in campo per urlare tutto l´amore che una Città e un territorio hanno sempre dimostrato per il volley.
Siamo scesi in campo mettendoci la faccia, pagando tutte le spese processuali senza chiedere aiuto a nessuno se non ai “tifosi”. Siamo scesi in campo con una carta d´identità e tre cuori, che ne rappresentavano mille altri. Siamo scesi in campo senza violenza, convinti che la forza delle idee sia la “Forza” che smuove le coscienze.
Hanno capito il nostro gesto tutti i presenti al Palazzetto, e chi quelle sedie ha frequentato. Hanno capito il nostro gesto molte persone che nei giorni successivi ci hanno spronato, incoraggiato e dimostrato la loro solidarietà. Ha capito il nostro gesto l´allora Presidente Lannutti.
Hanno capito e sostenuto il nostro gesto tantissime tifoserie avversarie, a cui va il nostro grazie.
Non hanno capito il nostro gesto, qualche giornalista che non perde occasione di denigrare (ma ormai siano “cuneoti” e abbiamo preso le misure). Non ha capito il nostro gesto qualche dirigente, non presente quel giorno, che sulla nostra pelle voleva far carriera e qualche ex giocatore “triste che non vinto mai”. Non ha capito il nostro gesto chi solitamente è abituato a pesare le persone solo se si ha un tornaconto personale.
A chi ha capito e a chi non capirà mai, perché è inutile spiegarglielo, dedichiamo la gioia per una sentenza che ci vedi liberi e fieri di aver difeso una passione.
Blu Brothers since 1989, inutilespiegarlo
“Siamo molto felici che la Giustizia sia arrivata a considerare il nostro gesto non sanzionabile – ha aggiunto ancora Carmelo Noto - : siamo entrati in campo durante il timeout tecnico e quindi non abbiamo interrotto il gioco (come testimonia il referto arbitrale analizzato nel corso del procedimento penale), la nostra protesta è stata sì appassionata, ma anche pacifica.
L´unica cosa che ci dispiace, è che per portare avanti la questione per circa 2 anni sono stati usati soldi pubblici che, senza dubbio, sarebbero potuti servire per altro.”
Fonte: Simone Giraudi
P.S. La Fossa dei Lupi esprime tutta la propria soddisfazione per la felice conclusione della vicenda, salutando caldamente l´amico Carmelo e tutii i Blu Brothers, coi quali abbiamo l´onore di essere gemellati dal lontano 2005.
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