VERSILIA: OMBRELLONI CHIUSI, SUCCESSO A META´?
05-08-2012 08:47 - News Generiche
Lo sciopero dell´ombrellone ha diviso i bagnini in Versilia dove sembra essere riuscito a metà il blackout contro la direttiva Bolkestein, la "famigerata" direttiva che prevede l´asta pubblica nel 2016 per le concessioni demaniali: questa fa paura a tutti.
Viareggio (nella foto) ha aderito in modo massiccio e, le migliaia di ombrelloni della passeggiata e della darsena, sono rimasti chiusi per tutta la durata dello sciopero conclusosi alle 11 del mattino.
Tuttavia non sono mancate le scenette particolari come nel caso di una dottoressa viareggina, ben nota ai carnevalari, pasionaria dei coriandoli, che non s´è data per vinta e, in un elegante stabilimento della Perla del Tirreno, ha preso cappello: "Se mi chiudete l´ombrellone allora mi scalate la giornata dal conto".
Poi, nè vinta nè convinta, ha raccolto le masserizie e s´è trasferita al bagno accanto dove il dio della concorrenza le ha fatto aprire un ombrellone in prima fila.
Pare che il gestore fosse uno degli organizzatori della protesta...
A Lido di Camaiore dove fanno base i più agguerriti animatori del "Comitato salvataggio turismo" la categoria s´è spaccata con un bagno aperto e l´altro chiuso, con qualche lite fra colleghi.
Aplomb britannico invece a Forte dei Marmi, con scarsissime adesioni dei balneari allo sciopero.
Del resto sulle carissime spiaggie "pettinate", che ancora recano le orme degli Agnelli quando vestivano alla marinara, ci sono slo rari ombrelloni per plebei.
Per lo più vip italo-russi del Forte occupano ampie tende non richiudibili, con lettini dalle parure griffate, e pagnado cifre tra i 15 mila e i 25 mila euro a stagione non si sono accorti di nulla.
"Per forza - ha spiegato un imprenditore - qua fanno tutti follie notturne e in spiaggia non vengono prima di mezzogiorno".
Alle Focette di Marina di Pietrasanta, dove gli ombrelloni scarseggiano, lasciando il posto a innumerevoli tende, lo sciopero è passato quasi inosservato.
Qualcuno, per solidarietà alla categoria, se l´è cavata con la bandiera a mezz´asta, mentre un bagnino (viareggino) in forza in uno degli stabilimenti più dinamici, ha detto la sua senza mezzi termini: "Siamo in Italia, dove non c´è mai una linea comune e dove ognuno fa come meglio crede. Volevano attirare l´attenzione dei media?
E allora dovevano "randellare", sul viale a mare, i pattini di salvataggio dei rispettivi bagni; vedrai che casino sarebbe successo... Invece è stata la solita cosa a metà tanto per andare avanti alla buona".
(Cronache dal litorale)
Viareggio (nella foto) ha aderito in modo massiccio e, le migliaia di ombrelloni della passeggiata e della darsena, sono rimasti chiusi per tutta la durata dello sciopero conclusosi alle 11 del mattino.
Tuttavia non sono mancate le scenette particolari come nel caso di una dottoressa viareggina, ben nota ai carnevalari, pasionaria dei coriandoli, che non s´è data per vinta e, in un elegante stabilimento della Perla del Tirreno, ha preso cappello: "Se mi chiudete l´ombrellone allora mi scalate la giornata dal conto".
Poi, nè vinta nè convinta, ha raccolto le masserizie e s´è trasferita al bagno accanto dove il dio della concorrenza le ha fatto aprire un ombrellone in prima fila.
Pare che il gestore fosse uno degli organizzatori della protesta...
A Lido di Camaiore dove fanno base i più agguerriti animatori del "Comitato salvataggio turismo" la categoria s´è spaccata con un bagno aperto e l´altro chiuso, con qualche lite fra colleghi.
Aplomb britannico invece a Forte dei Marmi, con scarsissime adesioni dei balneari allo sciopero.
Del resto sulle carissime spiaggie "pettinate", che ancora recano le orme degli Agnelli quando vestivano alla marinara, ci sono slo rari ombrelloni per plebei.
Per lo più vip italo-russi del Forte occupano ampie tende non richiudibili, con lettini dalle parure griffate, e pagnado cifre tra i 15 mila e i 25 mila euro a stagione non si sono accorti di nulla.
"Per forza - ha spiegato un imprenditore - qua fanno tutti follie notturne e in spiaggia non vengono prima di mezzogiorno".
Alle Focette di Marina di Pietrasanta, dove gli ombrelloni scarseggiano, lasciando il posto a innumerevoli tende, lo sciopero è passato quasi inosservato.
Qualcuno, per solidarietà alla categoria, se l´è cavata con la bandiera a mezz´asta, mentre un bagnino (viareggino) in forza in uno degli stabilimenti più dinamici, ha detto la sua senza mezzi termini: "Siamo in Italia, dove non c´è mai una linea comune e dove ognuno fa come meglio crede. Volevano attirare l´attenzione dei media?
E allora dovevano "randellare", sul viale a mare, i pattini di salvataggio dei rispettivi bagni; vedrai che casino sarebbe successo... Invece è stata la solita cosa a metà tanto per andare avanti alla buona".
(Cronache dal litorale)
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