UN ARTICOLO-REVIVAL DA LEGGERE
28-11-2019 06:45 - News Generiche
Domenica prossima i “Lupi” ospiteranno al PalaParenti (ore 19) il Cantù.
Ho dato un'occhiata agli spogliatoi in particolare a quello, vecchio della Codyeco dove si cambiavano i “Lupi”.
Riproponiamo oggi, questo articolo di Lemar, pubblicato nel “Giornalino” del Club biancorosso, edizione 1997-98.
In quella stagione le due squadre militavano in B1.
Sono passati 21 anni e tanta acqua è passata sotto i ponti. Buona lettura.
UNA GARA DISPUTATA IN DUE IMPIANTI
E' accaduto contro il Cantù, quando, per le conseguenze di un temporale, arbitri e giocatori si sono dovuti spostare nella vecchia palestra comunale di Fucecchio.
Emozioni e ricordi a non finire. L'orgoglio di Vittorio Menicagli.
Una partita giocata in due impianti per tornare indietro nel tempo.
Fare, così, un tuffo a ritroso di 15 anni. Passare indefinitiva dal campionato di B1 1997-98 a quello di A2 1983-84, sempre nello stesso impianto: la palestra di via Leonardo da Vinci a Fucecchio.
E' successo sabato 18 aprile 1998 quando la Codyeco Lupi ha ospitato i brianzoli del Cantù.
Un forte temporale ha costretto i biancorossi, dopo il primo set, a lasciare il nuovo palazzetto dello sport per spostasi nella vecchia palestra comunale a poche centinaia di metri di distanza.
Sul parquet del palasport, infatti, filtrava acqua e, dopo più di un'ora di attesa, si è ripreso a giocare proprio in quella vecchia e raccolta palestra dove, nell'indimenticata stagione 1983-84, la Codyeco di Nassi, Innocenti, Nieri e Ventura, spiccò il volo in A1.
Per la cronaca la partita fra i biancorossi di Santa Croce ed il Cantù si è chiusa col punteggio di 3-0 in favore dei padroni di casa i quali, dopo aver chiuso il primo set col punteggio di 15-10, hanno vinto gli altri due – dopo aver cambiato impianto ed una cinquantina di minuti di sosta – rispettivamente per 15-5 e 15-7.Sicuramente Nuti, Bachi, Gozzi e compagni sono stati all'altezza della situazione.
Invano, fra i neroverdi ospiti, un vivace Gelasio ha cercato di scuotere i compagni di reparto ma, contro gli attacchi di Ferreri e le rigiocate di Furlotti e Trappman c'è stato poco da fare.
Fra i conciari da menzionale la prova di Alessandro Bachi che, nel ruolo di attaccante-ricettore, in sostituzione dell'indisponibile Max Falaschi, è stato perfetto soprattutto in ricezione.
Bene anche la difesa biancorossa oltre ad un servizio decisivo.
In occasione di quest'incontro, qualche vecchio tifoso di fede biancorossa, al ricordo dei vittoriosi confronti di tre lustri orsono, compreso chi scrive, è ritornato ai ricordi di allora.
Rimettere piede in quel vecchio (si fa per dire) impianto ha suscitato sopite emozioni, ha rievocato quasi in un lampo incancellabile ricordi.
Mi sono guardato intorno, dal campo di gioco, ed ho visto pochi “superstiti” rispetto ad allora, soprattutto fra i dirigenti.
Il presidente Gronchi si è accomodato in tribuna e mi sono chiesto cosa avrà pensato, se sarà ritornato anche lui indietro nel tempo, a quei “Lupi” di allora. Penso proprio di sì.
Ho notato Leonardo Ciardi e poi basta. Grossomodo i “superstiti” erano quelli, il sottoscritto compreso.
La “palestrina” è rimasta la stessa. Scarsa l'illuminazione, l'ambiente piccolo, la tribunetta di legno sempre ben messa anche se ad occuparla erano pochi intimi e non c'era il pienone di un tempo con striscioni, tamburi, bandiere, cori ed entusiasmo per quella squadra pilotata in regìa dall'argentino Wiernes. Ho dato un'occhiata agli spogliatoi in particolare a quello, vecchio della Codyeco dove si cambiavano i “Lupi”.
Paragonandoli a quelli del nuovo palasport di Fucecchio ho pensato: “Ma come avranno fatto ad entrarvi. Va bene che erano in pochi. Masotti e Turini, fra gli uomini della panchina, non erano poi dei marcantoni ma Gino Nieri il suo “posto” lo prendeva. Oggi sarebbe un problema farci entrare gente di due metri come Furlotti, Gozzi e Marcolini senza dimenticare chi gli altri, fisicamente, sono tutti messi bene”.
Ho dato un'occhiata al vecchio ripostiglio dove i ragazzi della “Fossa” deponevano il loro armamentario.
Ho ridato uno sguardo alla tribuna ed ho visto un ragazzo, con due o tre coetanei, agitare una bandierina biancorossa.
Ho salito le scale, quelle in fondo della palestra e certe sensazioni erano molto vicine a quelle di tanti anni fa.
Erano però passati gli anni, i campionati ed i campioni, le stagioni con atleti celebrati ed altri meno, con gare vinte e perse, con tanta esperienza e con una punta di amarezza nell'aver visto una cittadina come Fucecchio – in questi 15 anni – metter su due impianti sportivi al coperto (dove per fortuna la Codyeco è stata signorilmente ospitata) e ritrovare, per il diciannovesimo campionato consecutivo, i “Lupi” a “giro dappertutto” per giocare il loro campionato con il nostro impianto in fase di costruzione che va avanti (però ci vuol coraggio a scrivere “va avanti”) a pezzi e a bocconi; più a bocconi che a pezzi, direi.
Ma per fortuna arrivo alla svelta in cima alle poche scale ed eccomi in tribuna.In campo ci sono sempre i “Lupi”. Marco Nuti scaccia la malinconia con una serie di scoppiettanti sevizi in salto. Fioccano i punti.
Vittorio Menicagli sottolinea ed approva. Lui, vecchia anima biancorossa c' è sempre come allora.
Lui, in quella palestrina raccolta ci giocherebbe ancora, per una serie di motivi, anche affettivi.
“Noi ci siamo sempre” – dice al presidente Gronchi ed a pochi altri, poi con orgoglio ridacchia e mi guarda.
“Sì – gli rispondo – noi non manchiamo mai!”.
Lemar
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