30 Aprile 2025
news
percorso: Home > news > News Generiche

QUEL COSTUME DA CINESE TRASFORMATO IN CAPO INDIANO

27-02-2025 06:30 - News Generiche
Febbraio arrivava scherzoso e un po' burlone in quel Giovedì Grasso della prima metà degli anni Sessanta.
Corso Mazzini si colorava di coriandoli e stelle filanti, le vetrine di Nazzino e della Cicogna esponevano accessori e maschere per abbellire i costumi.
C'era chi si vestiva da damina del Settecento, con lungo abito impreziosito dal mantello, con il tocco finale di una parrucca e il neo finto sulla guancia, che faceva tanto effetto.
Al fianco un nobile si faceva distinguere, indossando elegantemente, pantaloni, camicia, giacca e calze.
Coppie perfette, che si mescolavano alle immancabili fate, ai pagliacci, ai cow-boy, ad arlecchini e colombine.
Ma c'era anche chi, invece, il costume se lo doveva inventare e poi arrangiare.
Fu così che venne fuori, da “via del campanile”, un capo indiano, con indosso casacca e pantaloni di seta di colore rosso, con un grande drago dorato, che poco assomigliava a un indiano.
Quel completo da cinese, che non lo aveva per niente convinto, gli venne “spacciato” per un abito da indiano e così lui, che aveva voglia di mascherarsi, uscì, nonostante tutto.
I bambini, quelli di una volta, avevano mille risorse e poi, si accontentavano.
Tuttavia, furono provvidenziali le rifiniture: un lungo copricapo di piume da capo indiano, una lancia ben ornata, l'ascia di guerra, il famoso tomahawk e il pugnale, tutti acquistati, dal babbo – nei mesi precedenti - nel prestigioso negozio Formichini, in via Grande a Livorno.
Una volta uscito di casa, si ritrovò nella mischia e, fra manganellate e rincorse a perdifiato, per sfuggire anche alle guardie comunali (Gronchi e Marabotti), si dimenticò del costume indossato, divertendosi come tutti e forse un po' di più.
Lui, che era sempre stato un convinto simpatizzante degli indiani, il suo Giovedì Grasso lo aveva trascorso come un'allegra festa.

P.B.

Realizzazione siti web www.sitoper.it