22 Settembre 2024
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POLITICI E GIORNALISTI AL PIANO BAR. IL LANCIO DEI GRANDI COMICI TOSCANI

30-08-2024 07:10 - News Generiche
Il viaggio nel tempo (a puntate) del re della notte prosegue con i nomi dei vip italiani in Capannina.
"Estate / Sei calda come i baci che ho perduto / Sei piena di un amore che è passato / Che il cuore mio vorrebbe cancellar / Odio l'estate / Il sole che ogni giorno ci donava / Gli splendidi tramonti che creava / Adesso brucia solo con furor".
La voce calda di Bruno Martino è del 1960 ma fotografa nitidamente l'atmosfera di questo scorcio d'estate.
Pensate alla vacanza: parte con l'attesa e la lentezza, ancora presi dal logorio dei tempi moderni, come diceva Ernesto Calindri.
Poi, puntuale, arriva. E non la vuoi più lasciare andare, legandola a un granello di sabbia (Nico Fidenco) che sfuma nel pugno di un bambino in riva al mare.
Che estate, ragazzi! Quando esco della Capannina, penso ai giovani. Quelli di ieri e quelli di oggi. Eleganti, ieri come oggi.
Perché nei miei locali si è sempre cercato di mantenere uno stile, di evitare certi eccessi.
Edoardo Agnelli, ad esempio, venne respinto all'ingresso perché si presentò con le scarpe da ginnastica.
"Ma io sono un Agnelli" disse. "E proprio perché sei un Agnelli puoi permetterti di vestire meglio" gli venne risposto.
I Fichi d'India furono lasciati fuori perché arrivarono con i pantaloncini.
E Flavio Briatore, che s'era messo a ballare con Naomi sul tavolino, venne congedato con una bottiglia di champagne, offerta dalla famiglia Guidi. Sono storie minime di un'estate che non finisce mai. Quella dell'anima.
Dal 1977 al 2024 ho visto passare intere generazioni. Senza mai rinunciare a un certo gusto.
Certo la società è cambiata, ma quel che non è cambiato mai è stata la Capannina: sedute in vimini, bandierine in ferro, palco dello spettacolo, bancone in legno lavorato dai maestri d'ascia.
Perché questo è un tempio laico del divertimento, non voglio dire un monumento, ma un riferimento per tutti.
Certo, ho fatto montare un impianto luci da concerti, ho adeguato l'esterno alle nuove esigenze, ma nella sostanza il vero impegno è stato rispettare l'ambiente e l'apprezzamento del pubblico è lì a dimostrarlo.
Lo penso mentre tornano alla mente le mille e una notte che ho condiviso con ciascuno di voi. Tutti insieme appassionatamente.
Fosse il compleanno di Pablito Rossi (quanto mi manca!), una cena dei Moratti, la visita di John Elkann col quale abbiamo conversato del nonno, l'Avvocato che qui faceva strage di cuori. Il ballo a piedi nudi di Paola di Liegi, sul parquet del locale.
Mi mancano le confidenze di Franco Califano, che si divertiva a contare le sue conquiste, le piacevoli follie di Patty Pravo (foto), diva tra le dive, che qui ha presentato almeno cinque versioni differenti di sé.
Ripenso a quando, portai la Festa dell'amicizia a Viareggio con Paul Young, al Festival delle Orchestre in prima serata Rai.
Passione dedicata anche alla Bussola di Focette che rivelai a inizio anni '80 per assicurarne un futuro, quando tutto sembrava finito.
Voglio ricordare quanto realizzammo con Vittorio Cecchi Gori e Fernando Capecchi quando decidemmo di lanciare i comici toscani.
La conduzione della serata venne affidata a Carlo Conti, che aveva messo i dischi nei miei locali.
Da lì uscirono Leonardo Pieraccioni (avrei dovuto produrre i suoi primi tre film, ma la mia Carla disse che non era il nostro mestiere e non se ne fece di niente) e venne consacrato Giorgio Panariello, oltre a talenti come Nicky Giustini, Cristiano Militello e alle tante bellezze che li accompagnavano. Tornerà grande la Bussola in un futuro prossimo.
Mentre scrivo queste parole nel mio ufficio della Capannina, la mente riaccende i fari dei grandi politici che mi hanno onorato della loro attenzione: Giulio Andreotti, Giovanni Goria, Giovanni Spadolini, fino a quelli dei tempi recenti che non cito perché l'elenco sarebbe lungo così. Questa è anche la loro casa. Come dei grandi giornalisti tra i quali mi permetto di ricordare un mezzo conterraneo, quale Indro Montanelli. Quando venne in Capannina, lui che l'aveva frequentata da giovanotto, volle rivedere questa stanza, facendosi raccontare dai miei collaboratori i segreti che queste pareti custodiscono.
Lo fece dietro la parola d'onore che quei racconti sarebbero rimasti nella sua memoria e così fu.
Se penso a lui a Montale, a Repaci, a Botero, a quanti sono voluti venire anche solo a bersi un Negroni al pianobar, sento forte la responsabilità di questa sala.

Fonte: Gherardo Guidi - Storico patron della Capannina per La Nazione


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