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LE VACANZE DEI SANTI

31-10-2023 08:00 - News Generiche
Il 31 ottobre arrivava con passo felpato, circondato dalla nebbia e da tappeti di foglie rosse e arancioni.
Lo aspettavamo impazienti, segnava l’inizio delle vacanze dei Santi: quattro lunghi giorni di festa, le scuole avrebbero riaperto il 5 novembre.
Si ricordavano i Santi, i morti e, il 4 novembre, i caduti della prima guerra mondiale e San Carlo Borromeo.
Dai collegi c’era il festoso rientro in paese, il ritrovarsi in famiglia e con gli amici, il divertimento e, tempo permettendo, corse sui motori, fermi dal 4 ottobre, festa di San Francesco, patrono d’Italia.
E le nostre giornate di scuola e di studio, si accendevano di luci e di suoni.
Puntuale, dopo la visita al cimitero, fra lumini e crisantemi, esplodeva abbagliante, la fiera a Fucecchio.
Le luci scioglievano i pensieri, mentre i nostri passi battevano l’asfalto, uno dietro l’altro, ci affidavano al mondo.
Si respirava l’aria che sapeva di libertà, di zucchero filato, di croccante e miele, di mandorle tostate. Inutile parlare, il rumore copriva le parole e lasciava il posto ai sorrisi e ai saluti.
Eravamo un piccolo gruppo di ragazzi e ragazze che si muoveva verso questa o quella giostra, fra un incessante flusso di persone, con il rischio di perdersi. E, infine, ecco i calcinsella e tutto quel vento che ci scompigliava capelli, sciarpe e cappelli.
Si volava davvero verso il disco giallo del sole che si appoggiava lento sui tendoni e si tornava giù, stringendo la catena del seggiolino di ferro e la sbarra che ci teneva ferme, per non cadere.
Intanto il cielo si imbruniva e il tempo scorreva veloce, troppo, la festa aveva i minuti contati.
Tutto si rifletteva nei nostri occhi: il fragile brillio dei lampioni ormai accesi, il venditore di palloncini dalle forme curiose, per attirare bambini di ogni età , la nostra giovinezza. Tutto si sfuma come le cose che non tornano.
Restavano gli altri giorni per ritrovarci, rubando tempo alla monotonia di sempre.
Poi le partenze dalle stazioni, le raccomandazioni dei familiari, l’attesa per le prossime vacanze, quelle di Natale.
Un’attesa che riempivamo di sogni, fantasie, una cartolina e castelli che arrivavano fino al cielo.

Patrizia Bianconi

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