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LE PALLINE E GLI ADDOBBI DELL'INFANZIA

21-12-2023 07:40 - News Generiche
Quando mancavano pochi giorni a Natale, zia Ivana arrivava puntuale, con sciarpa, cappello, guanti e un pacchetto regalo.
Lasciava la bicicletta ed a passo svelto saliva le scale. Sorridente e infreddolita, spalancava la porta: i suoi occhi, pezzetti di cielo, avevano più voce di mille parole.
In un angolo, un piccolo abete illuminava il salotto. Zia Ivana appoggiava il suo pacchetto e mi invitava ad aprirlo.
Ogni anno mi portava un piccolo oggetto da appendere all'albero. Le più preziose e le più fragili erano le palle di vetro: colorate e spesso arricchite di brillantini come a sottolinearne il valore.
Incantata le guardavo, le prendevo dalla carta velina in cui erano state avvolte e, tenendole con tutte le due le mani, ne ammiravo la squisita fattezza.
Poi, babbo le avrebbe appese fra i rami e le luci del piccolo abete.
Un anno, zia Ivana, mi portò Babbo Natale e la Befana, vestiti di rosso, incollati su un piccolo cerchio di carta, lui con la gerla, carica di doni immaginari e lei con la scopa e il sacco. Una volta l'ho aperto, era stato riempito il cotone.
Eppure, ho creduto a lungo, fantasticando sui due simpatici personaggi, soprattutto la Befana mi incuriosiva e mi piaceva credere che, davvero quel sacco fosse pieno di giocattoli e di carbone.
E, poi, le campanelline con il filo argentato, la borsina, la pannocchia di granturco ed il grappolo d'una, tutti rigorosamente di materiale che si rompeva.
Se ne andava felice di avermi accontentato, mentre io aspettavo impaziente che mamma aggiungesse il piccolo dono all'albero.
Anno dopo anno, a malincuore, ho messo tutto da parte, anche se qualcosa si è rotto, oggi, al loro posto oggetti infrangibili.
Tutti gli anni, però, prendo le scatole (foto), che sanno un po' di muffa e, sbircio. Il tempo dell'infanzia si è fermato lì, fra quella carta velina, stropicciata e polverosa e ciò che è rimasto: palline, fili, candeline e qualche lucina.
Ma è bello lo stesso, perché torno indietro, perché ti rivedo, perché mi perdo sorridente fra le note di Astro del ciel.
Ed è bello, anche, perché, in un'altra scatola, fanno bella mostra tante altre palline e ricordi di scuola, di bambini, di fiocchi, di nastrini, di brillantini, piccoli doni scambiati prima delle vacanze. Segno del tempo che va: ciascun ricordo ha la sua storia di struggente bellezza.

Patrizia Bianconi

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