L' AUTUNNO E LE SUE POESIE
01-10-2021 07:00 - News Generiche
E mentre l'autunno prendeva il posto dell'estate spennellando le foglie di rosso e d'arancione, il primo di ottobre segnava l'inizio della scuola.
Avevamo già preparato tutto, quaderni, astuccio, libri (sussidiario e lettura) e la cartella, lucidata (la stessa per tutte le elementari, alle medie si legavano i libri con la cintura di elastico).
Le vacanze finivano, l'ora solare rimessa gli ultimi giorni di settembre, cancellava il sole e allungava il buio di malinconiche ombre.
A scuola ricordavamo l'autunno con dettati, poesie e disegni.
Il 4 ottobre, festa di San Francesco, patrono d'Italia, era vacanza (molte altre festività, oggi purtroppo cancellate, venivano ricordate con dovizia di particolari, rafforzando quei valori civici e religiosi, ripresi poi in famiglia).
I “Pastori” di Gabriele D'Annunzio segnava l'inizio di quello che sarebbe stato il quaderno delle poesie, scritte in bella copia, disegnate e, soprattutto, imparate a memoria, con il voto sul registro.
Era bello vedere quei pastori che con le loro pecore lasciavano i monti d'Abruzzo per cercare il mare.
Un incedere lento e maestoso verso una stagione più mite e favorevole. Un rituale ripetuto anno dopo anno, scandito dall'inesorabile scorrere del tempo.
Intanto le giornate si accorciavano, la pioggia tamburellava sui vetri, sui giardini, sui campi, inzuppava le zolle, già umide di brina. Con “Autunno” di Vincenzo Cardarelli si celebrava la stagione e se ne comprendeva appieno la bellezza che imprigionava lo sguardo e faceva volare i cuori come le foglie dagli alberi.“Silenzio, intorno…di foglie un cader fragile.
E' l'estate, fredda, dei morti” (Novembre) di Giovanni Pascoli, la imparavano, ricordando chi non c'era più.
Con i pensieri velati di tristezza guardavamo la campagna abbandonarsi al lungo riposo invernale, mentre sui fili della luce le rondini si preparavano a partire.
Patrizia Bianconi
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