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IL ROSARIO NEL "CHIESINO" NEI PRIMI ANNI CINQUANTA

12-05-2021 06:30 - News Generiche
Vicino alla casa della mamma, all'inizio degli anni Cinquanta, c'era un “chiesino”. C'era perché ora non c'è più.
Forse da tanto tempo, da quando la zona ha cambiato totalmente aspetto e, capannoni e industrie, hanno preso il posto dei campi.
Poche oggi sono le case rimaste, qualcuna anche abbandonata.
Il "chiesino" era una chiesa in miniatura, con un piccolo altare con sopra l'immagine della Madonna, dove i fedeli si riunivano nel mese di maggio, in modo particolare, per recitare il santo rosario.
E così ogni sera, in maggio, la nonna, le zie, la mamma e alcuni cugini, oltre ai vicini, si incamminavano con devozione, per la recita del rosario.
Quasi una processione silente che lasciava le proprie case e lentamente si snodava per quei viottoli stretti e pieni di curve.
Le donne portavano mazzi di rose o di altri fiori, con cura li sistemavano nei vasi e adornavano quel piccolo ambiente, che con semplicità emanava un inconfondibile odore di sacro.
E nel silenzio della campagna, si diffondeva l'odore aspro di terra, mentre ciuffi di piante di menta pizzicavano il naso, (il gelsomino e la lavanda sarebbero fioriti più avanti).
Intanto le voci melodiose sussurravano suppliche alla Madonna e intonavano canti gioiosi.
Ci piace pensare a un ambiente raccolto, forse senza posti a sedere, e magari con qualcuno costretto a stare fuori, con la giacca sulle spalle, in segno di rispetto, così come le donne si mettevano il velo in testa.
Poi sulla strada del ritorno, passo dopo passo, si avvertiva nell'incanto della notte un senso di pace che vorresti non finisse mai.
C'era un ordine cosmico e insieme il rispetto reciproco: tutto appariva immensamente bello.

Patrizia Bianconi


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