ERA UN PO' COME VOLARE
18-08-2023 08:00 - News Generiche
Ci si sentiva sospese e appese su quella tavoletta di legno, tenuta da due corde all'estremità, che finivano in alto legate agli anelli.
Un equilibrio perfetto di salite e discese, di movimenti sincronizzati puntati verso il cielo.
Cominciavano così le nostre giornate al bagno Silla di Città Giardino.
L'altalena era una tappa obbligatoria, ce ne impadronivamo impavide e la lasciavamo solo quando gli sbuffi e le lamentele degli altri bambini richiamavano l'attenzione delle loro mamme, subito pronte a intervenire.
Si volava: una seduta e l'altra in piedi, una specie di danza nella quale la gioia superava la paura.
Si volava sulle onde, sotto l'azzurro del cielo e sopra quello del mare, con i costumi bagnati.
Gli ultimi giri prima del tramonto, incorniciavano i nostri corpi riflessi nel sole.
Di solito, però, l'altalena era al fianco delle cabine vicino ad uno spazio vuoto, dove temerari di una certa età si sdraiavano e si lasciavano coprire da sabbia bollente.
Erano le sabbiature, un rimedio naturale a tutti i tipi
di dolori, utili a mitigare quelli che sarebbero stati i rigori dell'inverno.
La sera il bagnino la legava ad uno dei due pali e, insieme agli ombrelloni chiusi, annunciava la fine della giornata.
Oggi non si vola più, si gioca a padel e si aspetta la massaggiatrice cinese dalla voce cantilenante che sussurra, con il suo accento inconfondibile: "Massaggiooo?".
Patrizia Bianconi
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