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DON MORELLO E I "LUPI"

01-02-2022 06:30 - News Generiche
Monsignor Morello Morelli è morto domenica scorsa all'età di 82 anni.
Venne ordinato sacerdote il 29 giugno 1962 e, nella seconda metà degli anni Sessanta, è stato un giovane cappellano a Santa Croce, legandosi immediatamente ai "Lupi".
Il suo predecessore era stato Don Luciano Niccolai, uno dei fondatori del club biancorosso che, nel 1965 venne nominato parroco di Montebicchieri e Bucciano, in Valdegola, lasciando così la cittadina conciaria.
Don Morello è riconoscibile, sulla sinistra, nella foto in alto che pubblichiamo qui sul sito, in uno scatto del 1968, coi "Lupi" che festeggiano la vittoria dei Giochi Santacrocesi nel loro campetto Sù Fossi.
Accanto a lui: Massimo Mechetti, Andrea Mancini, Roberto Nazzi, Sandro Comparini, Marco Masoni, Amabile Chiarini, Sergio Gronchi, Massimo Melai, Furio Panchetti, Paolo Giannoni, Giancarlo Pinori, Pierangelo Gronchi.
Vicino a Don Morello, ci sono in piedi, Romano Costagli e Marco Benedetti.
Infine: Marco Lepri, Franco Lapi, Piero Conservi, Giovanni Vivaldi e Marzio Bertelli.
In quel periodo, nelle partitelle di calcio "dopo pranzo" sul campetto in terra battuta della parrocchia, Don Morello giocava tirandosi su la tonaca che reggeva con una mano, dando via a gesti tecnici di bella fattura. Era uno sportivo e tifoso dell'Inter.
Religioso di grande cultura, è stato un raffinato biblista, autore anche delle lectio bibliche, utilizzate per le catechesi diocesane. Aveva il garbo di un signore e una profonda fede.
Sergio Gronchi, allora presidente dei "Lupi", lo ricorda così: “Don Morello è arrivato a Santa Croce come cappellano a metà degli anni Sessanta e si è subito inserito con grande interesse nell'Oratorio Parrocchiale, dove i "Lupi" avevano già iniziato da pochi anni le loro numerose attività sportive e non solo. Si è sempre posto come uomo mite, ma fin da subito ha instaurato un sincero rapporto di amicizia con quei giovani che frequentavano l'orto del Proposto, facendosi coinvolgere dalle varie iniziative e sostenendole con entusiasmo.
Personalmente ho sempre avuto con Don Morello un rapporto pieno di stima e di amicizia, tant'è che lo volli come celebrante alle mie nozze”.
Sergio Balsotti, uno dei fondatori della società biancorossa, gli dedica questo pensiero: “Nati e cresciuti nell'orto del Proposto, nei primi anni di vita fummo seguiti da persone vestite di nero. Dopo la traumatica partenza di Don Luciano (almeno da me mai metabolizzata), persona fondamentale per la nascita dei Lupi, per un po' di tempo ci tenne per mano Don Morello.
Una persona mite, pacata, con quel suo sorriso timido e educato. Fece da contraltare all'arcigno Don Livio che, a noi, a quei tempi, non stava molto simpatico. Andando a trovare un amico a Capannoli, a due passi dalla canonica, spesso facevo un salto a salutarlo.
Passavano gli anni e l'espressione pacata della sua faccia e la sua indole non cambiavano. A sessant'anni dalla nascita della società, è inevitabile che qualche protagonista di allora ci lasci. Lo ricorderò con piacere nella nostalgia dei bei tempi passati”.
Paolo Giannoni era il capitano di quei "Lupi" e lo rammenta così: “Da ex giocatore e capitano dei "Lupi", Don Morello è stato e rimarrà per sempre il nostro cappellano, come allora si appellava un giovane prete che veniva in soccorso e in aiuto al Proposto.
L'essere un prete, con noi della prima squadra, non veniva da lui mai sottolineato, quasi non si percepiva, tanto era discreto, riservato, sfuggente nel suo magistero. Lasciava a noi il compito di ricordare che lo era. Noi non ce ne siamo mai dimenticati.
Anche allora quando scoprimmo, grazie ai suoi comportamenti, che un prete era un prete ma che poteva anche essere un amico caro, un confidente illuminato e attento e intento a farci crescere a diventare uomini, magari giocando a pallavolo nei "Lupi".
Un'amicizia che per noi è continuata in tutti questi anni e che solo adesso si interrompe, ma non nei nostri cuori. Quando ci ritroveremo sarai ancora il nostro cappellano, il cappellano dei "Lupi".

Marco Lepri

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