CARA VECCHIA STUFA ECONOMICA

Cara vecchia stufa economica Zoppas. Nei miei ricordi di bambina la rivedo nella piccola cucina, poco illuminata e come tutte le altre stanze fredda.

Con l'acquisto della stufa (foto), comprata con non pochi sacrifici, però, si riuscì a mitigare quei freddi venti di tramontana, che insidiosi, si infilavano senza pietà fra gli scurini e i vetri.

Dava un senso di calore continuo, perché il fuoco restava acceso tutto il giorno.

Il piano superiore liberava molto calore e serviva alla cottura. Sul piano c'erano tre aperture circolari, chiuse da una serie di anelli, si toglievano con un ferro con una specie di uncino all'estremità, utile per sollevarli, così da lasciar passare la fiamma direttamente sul fondo dele pentole o dei tegami.

Sempre sul piano di ghisa c'era una specie di pentola rettangolare che conteneva l'acqua sempre calda, da usare per vari motivi.

Mi piaceva la raggiera di bacchette di metallo, fissate al tubo del fumo.

Mamma le apriva e ci stendeva la piccola biancheria, asciugami e i canovacci da cucina. Ondeggiavano leggeri al calore e sprigionavano nell'aria un buon profumo di pulito, che qualche volta sapeva di talco.

Capitava, che pure il corrimano di ottone, che proteggeva il piano cottura, diventasse uno stenditoio.

Erano pomeriggi lunghi, di televisione in bianco e in nero con il programma del maestro Manzi, che insegnava agli italiani a leggere e scrivere, di giochi fantastici di ombre e di luci. Si trovava conforto intorno alla stufa, quasi un abbraccio e un sollievo per le nostre mani arrossate e sbucciate dai geloni.

Poi sedute intorno al tavolo aspettavamo golose una fetta di pane o di castagnaccio, pieno di uvetta e pinoli. Dolcezze d'infanzia.