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AMARCORD CONCIARIO (di Roberto Macchi)

14-05-2019 06:33 - News Generiche
Qualcuno, sulle prime, può anche pensare: cosa c'entra la foto di una conceria distrutta, sul sito della Fossa dei Lupi?
Ve lo spiego subito.
Sono passato da Via Achille Grandi, nel cuore della nostra zona industriale, come faccio di frequente e, vedendo che il Cuoificio Giuntoli non c'era più, ecco che su di me, ha preso il sopravvento come una sorta di tristezza, facendo riemergere cari ricordi.
Quando una vecchia conceria viene abbattuta, ecco che, nella maggior parte dei casi, questa dà spazio ad una nuova.
Questa è la vita, direi la prassi: è il nuovo che avanza. Bene così ma, perché il nuovo sia ben saldo, questo deve appoggiare le fondamenta nel vecchio.
Essendo io stesso, attaccato alle tradizioni santacrocesi ed all'attività conciaria (alla ‘oncia, come si dice noi) ed a tutto lo sport dai colori biancorossi, che da sempre la circonda, ecco che il Cuoificio Giuntoli non poteva passarmi inosservato.
Non potevano tornarmi in mente dei "pilastri" della Fede Biancorossa come Giampiero Giuntoli, Vittorio Menicagli (l'avvocato), Auro fratello minore di Giampiero e, già che ci siamo non voglio dimenticarmi di Silvano Badalassi, babbo di Paolo, che dei Lupi, ne avrà sentite di tutti i colori, fra quelle mura, soprattutto ogni lunedì mattina.
Indimenticabili le lotte per la causa biancorossa di Giampiero e le frizzanti polemiche, sempre schiette, del Menicagli che si rivolgeva anche a Itano, un altro operaio di quel cuoificio, quando Giampiero non c'era.
Ma il tempo trascorre inesorabile e, presto, la Nuova Impala allargherà il suo raggio d'azione, costruendo proprio lì dov'era il Cuoificio Giuntoli.
Ed ecco quindi il nuovo che avanza, in una Santa Croce che lotta e non si dà per vinta.
Vorrei dire in proposito: ragazzi, Santa Croce dovete amarla, soprattutto per quello che riesce a dare e fare soprattutto al giorno d'oggi, in tempi non facili.
Dovete viverla, aiutandola, spingendola forte, perché può fare e, soprattutto, può dare ancora tanto, sia a noi santacrocesi, che all'Italia tutta ed al mondo.
Noi santacrocesi siamo gente che lavora, siamo persone tenaci, gente temprata ed è così che siamo riusciti ad arrivare in alto nel mondo imprenditoriale, facendoci valere anche nello sport, specialmente nella pallavolo e nel calcio.
Per continuare a puntare in alto, dobbiamo avere solide fondamenta, senza dimenticarci di coloro che ci hanno preceduto.
Il ricordo di uno storico cuoificio, di alcune persone che vi lavorarono, non può far altro che rinsaldare le nostre radici, riportandoci indietro negli anni, rammentandoci chi c'era prima di noi.
In quel punto della zona industriale ci sarà sempre, idealmente, una bandiera biancorossa al vento ed un "groppone a coio".
Buona fede biancorossa a tutti.

Roberto Macchi


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